Ci sono storie che sembrano uscite da un film comico. Poi però guardi il video e la percezione cambia. È successo in Indonesia, a Giava, e se non ci fosse stata una telecamera a riprendere tutto, probabilmente nessuno ci avrebbe mai creduto. Un uomo di 61 anni, a bordo della sua BMW Serie 3, stava semplicemente cercando di raggiungere la casa di un amico quando è precipitato da un ponte in costruzione. Nulla di strano, anzi: per non perdersi aveva deciso di affidarsi a Google Maps. Come facciamo tutti, del resto. Metti l’indirizzo, segui la vocina e via.
Peccato che la storia abbia preso una piega un po’ più movimentata. Magari all’inizio avrà pure pensato: “Strano. La strada è deserta…”. Poi però, man mano, se ne sarà accorto: qualcosa non tornava. Silenzio, lavori in corso, nessun altro veicolo. Ma a quel punto era, probabilmente, troppo tardi per tornare indietro.
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Il ponte che non c’era
A un certo punto, durante il percorso, il navigatore gli consiglia di abbandonare la strada principale per prendere una deviazione. L’uomo, inizialmente, ci pensa un attimo e ignora l’indicazione. Ma poco dopo, per ragioni sconosciute — forse un nuovo suggerimento del navigatore, forse un po’ di confusione — imbocca una rampa che porta dritto verso un ponte sopraelevato.
Piccolo dettaglio: quel ponte era chiuso. E non “chiuso” nel senso di “ci sono i lavori in corso ma si può passare lo stesso”. No no. Chiuso sul serio. Incompleto. Praticamente finiva nel vuoto. La BMW ha così proseguito la sua corsa, ha oltrepassato i blocchi (non si sa bene come, ma li ha superati) e poi… il volo. Un volo di circa 40 metri. Un salto da stuntman di Fast & Furious, solo che qui nessuno stava girando un film.
Come è finita
La vettura è precipitata sulla strada sottostante, pure parecchio trafficata. Bastava poco per finire in tragedia. Invece — e qui entra in gioco la fortuna vera — nessuno degli altri automobilisti è rimasto coinvolto. E incredibilmente, anche il conducente e il passeggero della BMW se la sono cavata con ferite lievi. Dopo un salto di 40 metri in macchina. Altro che airbag, qui serviva un angelo custode con la cintura allacciata.
Perché diciamolo: è andata di lusso. In un altro giorno, con più traffico o con altre auto proprio sotto quel punto, staremmo raccontando una storia ben più drammatica. Qui invece siamo davanti a una combinazione rara di incoscienza, tecnologia e fortuna sfacciata.
Le autorità locali, ovviamente, hanno confermato che quella zona era vietata al traffico. Era chiusa, segnalata, bloccata. Eppure, in qualche modo, la BMW è passata lo stesso. Complice magari un’indicazione non proprio chiarissima del navigatore (e i precedenti esistono). O un pizzico di distrazione. Di certo, però, l’episodio riporta a galla un problema ormai molto noto: quanto ci fidiamo (forse troppo) delle app di navigazione.
Perché sì, Google Maps è comodissimo, specie con Gemini al suo servizio. Ma ogni tanto, quando ti dice “svolta a destra”, forse vale la pena guardare bene dove stai andando. Specialmente se davanti a te c’è… il nulla. Fidarsi è bene, ma guardare la strada è meglio.