Quando si pensa a Enzo Ferrari il pensiero va direttamente alle sue esclusive fuoriserie di colore rosso e con il Cavallino Rampante in bella vista. Mostri dal motore ruggente, 12 o 8 cilindri non fanno alcuna differenza, il canto dei propulsori Ferrari è pura magia. Eppure, il suo patron è stato attento, morigerato e raramente si è fatto vedere a bordo dei suoi bolidi. Al servizio del Drake, solitamente, abbiamo trovato delle auto “normali“, dal look poco eccentrico, quasi anonimo. Come questa Fiat Ritmo, che è stata esposta durante l’ultima edizione di Auto e Moto d’Epoca di Bologna. In fondo, il patron del Cavallino diceva: “Io le mie auto non posso permettermele“.
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Sotto le cure di Abarth: che carattere
Sotto alle luci della kermesse di Bologna, il Fiat Ritmo Club Italia di Vigevano (Pavia) ha mostrato questo speciale esemplare di Fiat Ritmo, che fu della Ferrari S.p.A. La storia di questa vettura è molto interessante, prima di tutto è stata immatricolata per la prima volta il 22 novembre 1982 da Fiat Auto con targa TOY48401, mentre il 9 aprile 1985 avviene il primo passaggio di proprietà a favore di Ferrari Esercizio fabbriche Automobili e Corse, così la targa cambia in MO647734, esattamente come quella che si vede oggi.
Sul finire del 1985 la Ritmo, su richiesta dello stesso Enzo Ferrari, viene portata a Torino per approdare alle officine Abarth, per una trasformazione tecnica precisa e scrupolosa. Infatti, il motore Fiat venne sostituito con un più corposo e pompato 2.0 litri derivato dalla Lancia Scorpion (la Beta Montecarlo per il mercato nordamericano) a carburatori elaborato. Vengono sostituiti anche il filtro aria, i silenziatori, il cambio, i freni, la strumentazione, gli pneumatici. Viene riconsegnata a Enzo Ferrari il 18 febbraio 1986 in vista del imminente compleanno, l’88esimo. Per questo motivo, la Fiat Ritmo viene ricordata come una delle ultime auto guidate dal Commendatore.
Sembra una Fiat Ritmo come tante
Dietro alla sua carrozzeria sobria in una tinta argento quasi anonima, la Fiat Ritmo di Enzo Ferrari potrebbe essere etichettata come una “sleeper car“, una vettura all’apparenza dormiente ma che sotto sotto nasconde delle prestazioni monumentali. Certamente, le cure di Abarth hanno dato un bello sprint allo spirito battagliero della compatta torinese. Chi la guarda distrattamente potrebbe scambiarla per una banale Ritmo 85S, come tante altre, però un occhio attento noterebbe i dettagli specifici che emergono con una certa dose di esuberanza.
Esternamente, gli pneumatici maggiorati, i freni a disco posteriori (al posto dei tamburi) sono i particolari più evidenti, poi, alzato il cofano, si scova un motore molto pepato, con testata rossa e altri elementi pensati per tirare fuori il meglio da questa auto. Saltando a bordo fanno capolino un bel volante Nardi e una batteria di strumenti secondari posizionati sulla console. È proprio da questi sofisticati cambiamenti che si capisce la voglia di Enzo Ferrari di avere tra le mani un’auto speciale, che riesce però a passare sotto traccia quando viene parcheggiata in città, ma di grande carisma quando si gira la chiave nel quadro e si dà vita al potente motore 2.0 litri.