Giorgio Pasotti in 'Racconti disumani'
Un racconto che parla di un animale, una scimmia nello specifico, che decide di diventare il più possibile simile agli uomini per cercare non la libertà, ma una via d’uscita dalla sua condizione di essere vivente in gabbia. Un racconto dove un essere umano sceglie di tornare allo stato di bestia, e quindi di allontanarsi dai suoi simili e dalla civiltà, perché si sente braccato, minacciato dal suo stesso mondo. A cosa porta questa solitudine raccontata da Kafka? Ad una condizione non tanto di bestialità, quanto di disumanità. I protagonisti rinunciano alla loro presa di coscienza in quanto esseri viventi. E lo fanno tentando di trasformarsi in ciò che non sono e mai potranno essere. Fuor di metafora, la disumanità richiamata nel titolo consiste esattamente nel volersi estraniare rispetto a sé stessi e, come conseguenza naturale, rispetto agli altri e al mondo ai quali naturalmente essi appartengono. Da qui la sensazione di rigetto che entrambi provano meditando su ciò che sono diventati.
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