Gregorio Botta al Man di Nuoro con "Il silenzio è così accurato"
Per il MAN di Nuoro, Gregorio Botta studia un progetto inedito che, partendo dalla sua ricerca sull’equilibrio e sul silenzio, distilla nello spazio presenze astratte, giochi di riflessi e trasparenze nella materia, geometrie pure e gocce di pioggia, rivoli d’acqua e pentagrammi punteggiati di forme minimali. Il titolo della mostra "Il silenzio è così accurato", ispirato a una frase di Mark Rothko, abbraccia un percorso in cui la precisione del disegno tratteggia orizzonti prossimi, scandisce il tempo nei circuiti e negli ingranaggi di piccole macchine celibi, come le avrebbe definite Duchamp; macchine assurde, prive di una funzionalità specifica, ma poetiche nel loro orchestrare movimenti nel vuoto, produrre suoni, vapori o grafie libere nello spazio. Il ferro e il vetro, l’alabastro e i fiori secchi, combinati fra loro producono paesaggi intimi, architetture da camera, riferimenti a iconografie quotidiane, oggetti, simboli, allegorie di una esistenza cucita sulla carta cerata, che si consuma, si logora e trasfigura nell’attesa. Epifanie e sparizioni, segreti e rivelazioni impercettibili tradiscono la vocazione di Botta per «un’arte del togliere, del poco, del meno, sperando di arrivare a un’arte del niente. Un’arte che sparisca e lasci solo, come una vibrazione, come un motore segreto, l’azione per la quale è nata».